Consulenza Fiscale Espatrio
L’emigrazione di molti connazionali verso paesi a bassa pressione fiscale, è una condizione determinata da diversi fattori, tra i quali il minor costo della vita, in particolare nei Paesi dell’Est Europa e Nord Africa, e le politiche di defiscalizzazione o esenzione dei redditi da pensione nel Paese estero.
Ottenere un beneficio fiscale dipende, in primis, dalla possibilità, di perdere la residenza fiscale italiana, che è la condizione per non versare imposte in Italia, insieme all’obbligo di trascorrere almeno 183 giorni all’anno fuori dal territorio nazionale, con ciò spostando il centro dei propri interessi vitali[1] e ricevendo così la pensione senza l’applicazione delle ritenute da parte dell’Ente Previdenziale, con un aumento fino al 40% rispetto alla pensione percepita in Italia.
(esempio: su una pensione netta di €. 1.400,00 mensili, si possono ottenere circa €. 500,00 in più al mese evitando l’applicazione delle ritenute da parte dell’INPS).
Infatti proprio dall’individuazione della residenza fiscale derivano conseguenze sostanziali: chi risiede in Italia è tassato in Italia su tutti i redditi ovunque prodotti, principio del “worldwide taxation principle”, mentre i non residenti sono soggetti ad imposizione fiscale italiana limitatamente ai redditi prodotti nel nostro Paese, principio del “source principle” (esempio: sono tassate in Italia solo le rendite immobiliari).
Il maggior limite a tale scelta è spesso da ricercarsi nella difficoltà di gestire le pratiche burocratiche dipendenti dal trasferire la propria residenza in un altro paese, non potendo così godere legittimamente di tutti i benefici fiscali, per come di seguito riassunti in base al paese di destinazione.
Fonte: Sole 24 Ore